È saltato il secondo incontro per l’accordo stralcio economico che riguarda 7.000 lavoratori della sanità. Nonostante la convocazione dell’Apran per la firma definitiva, Uil e Nursing non si sono presentati. In discussione dovevano esserci le proposte di Cgil e Fenalt raccolte dalla giunta provinciale che ha deliberato per l’accoglimento delle proposte al tavolo contrattuale in Apran. La discussione non è nemmeno iniziata a causa dell’assenza dei due sindacati citati, che irresponsabilmente negano ai lavoratori della sanità un accordo migliore di quello sottoscritto in forma di ipotesi lo scorso 6 dicembre. Un percorso lungo iniziato all’indomani della sentenza della corte costituzionale (luglio 2015) che ha sbloccato i contratti pubblici, fermi dal 2009, sfociato poi nella manifestazione dei dipendenti pubblici davanti alla sede della Provincia (a novembre 2015) che ha rappresentato il vero avvio della vertenza. Manifestazione unitaria che portò in piazza quasi 2.500 lavoratori per chiedere al governatore Rossi di mettere sul tavolo risorse coerenti con un rinnovo contrattuale all’altezza dei servizi erogati dai lavoratori del pubblico impiego del Trentino.
Non finì lì. Prima dell’apertura dei tavoli, in ottobre di quest’anno, altro pressing congiunto degli stessi sindacati che hanno chiesto si lavorasse a un’ipotesi di accordo che considerasse le risorse economiche per l’intero l’intero triennio 2016-2018. Questo per garantire le richieste relative a un aumento tabellare adeguato e progressioni economiche per tutto il personale in possesso dei requisiti richiesti. Il risultato è stato un protocollo politico con il presidente Rossi che ha definito le somme per il 2018, consentendo di poter chiudere la partita.
In novembre, quindi, si giungeva alla chiusura dell’ipotesi di accordo per il settore autonomie locali, con la sottoscrizione di tutte le sigle interessate e si apriva, subito dopo, il tavolo del comparto sanità.
Dopo una prima fumata nera, il 28 novembre, quando i sindacati Nursing Up e Uil sanità hanno abbandonato il tavolo dichiarando, in sintesi, di non accettare le proposte di Apran che avrebbero fissato condizioni inferiori a quelle del comparto autonomie locali, nel successivo incontro del 6 dicembre in cui l’accordo viene messo nero su bianco e sottoscritto verso le 21.30 da Uil e Nursing Up, sono gli altri sindacati che rifiutano di accettare le condizioni reputate inferiori a quanto, appunto, ottenuto nel comparto autonomie locali.
Ne seguono comunicazioni entusiastiche dei sindacati firmatari che sostengono di aver portato a casa tutto quanto si poteva, in particolare per il personale sanitario di cui sono ampiamente i sindacati maggiormente rappresentativi, e una protesta diffusa da parte degli altri sindacati che a più riprese nei luoghi di lavoro e sulla stampa, nonché ovviamente nei luoghi istituzionali, lamentano sostanzialmente tre grosse falle dell’ipotesi di accordo passata senza il loro consenso.
Consapevoli del fatto che la giunta provinciale non vede positivamente accordi così importanti non sottoscritti da tutte le organizzazioni sindacali, in questo caso solo 2 su 5, Cgil e Fenalt decidono, dopo una serie di approfondimenti, di rilanciare con una mossa che non ha precedenti: firmano l’ipotesi di accordo, subordinando la sottoscrizione dell’accordo definitivo all’accettazione delle loro richieste, che sono oggettivamente accoglibili da qualsiasi organizzazione sindacale che ritenga di rappresentare gli interessi dei lavoratori.
In particolare, un allineamento degli aumenti dei lavoratori con livelli più bassi a quelli delle autonomie locali, con un ulteriore incremento stipendiale dal livello A al livello C; la previsione precisa dei passaggi per avviare il processo di riqualificazione del personale Oss, figura che deve ancora trovare la sua giusta collocazione giuridico economica sia in Apss e sia nelle Apsp, e monitoraggio delle necessità di riqualificazione del personale nei ruoli tecnici, operai e amministrativi, necessario ormai da troppo tempo, con un particolare riferimento alla necessità di aprire un processo di omogeneizzazione con il comparto delle autonomie locali, previsto in legge ma mai attuato.
Infine, sempre Fenalt e Cgil, chiedono che l’Apss, analogamente a quanto accade nelle autonomie locali, si faccia carico degli oneri relativi all’iscrizione agli albi professionali quando richiesta per lavorare in azienda. La validità delle richieste, che potevano essere affrontate più compiutamente anche al tavolo Apran dello scorso 6 dicembre se solo Nursing e Uil non avessero avuto tanta fretta e se solo il presidente Apran avesse dimostrato maggior attenzione alle richieste delle organizzazioni sindacali che in quel momento non rappresentavano una maggioranza, è stata, invece e fortunatamente, riconosciuta dalla giunta e questo ha consentito la riapertura del tavolo contrattuale con la nuova convocazione per mercoledì. Purtroppo ogni discussione è stata mortificata dall’assenza di Uil e Nursing che, pur di non far approvare le proposte di Cgil e Fenalt, preferiscono mettere a rischio l’intero rinnovo contrattuale.
Le organizzazioni sindacali sono già state riconvocate per una nuova riunione che si svolgerà mercoledì 28 dicembre in sede Apran.