Sanità: Fp Cgil, infermieri indiani? Da Schillaci solo proclami
“All’iperattività comunicativa del ministro della Salute purtroppo non corrisponde alcuna efficacia nei provvedimenti che il governo adotta. O meglio: che non adotta. Oggi si parla di reclutamento di infermieri indiani: quello che il ministro non risolve è il gigantesco tema legato all’attrattività non solo della professione infermieristica ma di tutte le professioni sanitarie nel nostro Paese, e i motivi ben li conosciamo, a partire dalle basse retribuzioni e dai carichi di lavoro troppo elevati. Circostanze arcinote che il ministro a parole dichiara di conoscere ma nei confronti delle quali non assume alcun atto concreto che possa dare un segnale nella direzione giusta”.
Lo scrive in una nota Michele Vannini, segretario nazionale Fp Cgil (Area Sanità).
“Il ministro Schillaci, che peraltro non ha mai incontrato il sindacato sulla vertenza organico della sanità – scrive ancora Vannini – fa parte dello stesso governo che nella sua prima legge di Bilancio non ha messo un euro per il rinnovo dei contratti, anche dei dipendenti della sanità, contratti che sono scaduti nel 2021. Un governo che nel Def prevede la riduzione delle risorse per il Servizio Sanitario Nazionale a partire dal 2025 su livelli ante Covid, e quindi di gran lunga inferiori rispetto alla media europea. Sarebbe ora di smettere di fare proclami e di pensare alle cose concrete, a partire dal mettere in campo quel Piano straordinario di assunzioni che si può fare se il ministro si impegna a rimuovere i tetti assunzionali”.
“La Sanità è prossima al tracollo: per parte nostra c’è bisogno di una grande iniziativa che mobiliti la cittadinanza tutta sul grande tema del Servizio sanitario nazionale. Bisogna rispondere ai bisogni di salute di cittadine e cittadini”, conclude la nota.